29 Novembre 2019

Il Rotary Club di Benevento, guidato da Luigi Marino, ha consegnato, alla Città di Benevento, lo scorso 29 Novembre, la prima “Panchina Rossa” contro la Violenza sulle donne. Il progetto, condiviso dall’Inner Wheel di Benevento, Presidente Filomena Pacelli Cotroneo ha visto il sostegno del Comune di Benevento e della Consulta delle Donne. La giornata uggiosa non ha impedito l’arrivo di tantissimi giornalisti che non hanno voluto perdere l’occasione di veicolare l’evento attraverso le loro testate. Durante la manifestazione, sentita, toccante, hanno inteso intervenire: la Senatrice della Repubblica Italiana, De Lucia Danila, Membro della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio; la dott.ssa Rosaria Bruno, Presidente dell’Osservatorio regionale per il contrasto della violenza sulle donne; la dott.ssa Sara Furno, Presidente della Consulta delle Donne presso il Comune di Benevento; il Questore di Benevento, Luigi Bonagura; il Presidente del Club Inner Wheel, Filomena Pacelli Cotroneo ed il Presidente del Rotary Club di Benevento, Luigi Marino. Sulla targa e sulla locandina è stato impresso un disegno della studentessa del Liceo Artistico di Benevento, Iatomasi Maddalena, accompagnata dalla socia Carmen Laudato, professoressa presso il detto Istituto. L’immagine, invero, rappresenta in maniera mirabile il tema trattato: una panchina rossa, come rosso è il sangue versato da migliaia di donne, ma con una rosa, una rosa rampicante che l’abbraccia e cresce. Una rinascita, una rivincita della vita sulla morte. Si è poi piantato un alto albero, in segno di amicizia e di speranza. È stata, ancora, sistemata una cassetta rossa per segnalazioni anonime e la chiave, con un drappo rosso, è stata presa in consegna dal Questore di Benevento. Infine, si è tentato di lanciare il messaggio che “La Violenza sulle Donne è un tema di bruciante attualità, lasciare un simbolo che manifesti la disapprovazione dei gesti di sopraffazione di alcuni uomini contro le donne, rappresenta un piccolo passo verso una maggiore consapevolezza del problema. Si registrano vari forme di violenza che, a seconda del tessuto sociale che fa da scenario, passano da quella propriamente fisica a quella psicologica. Non sono rari i casi di umiliazione, di denigrazione sistematica del lavoro svolto, dei risultati raggiunti, fino al “taglio dei viveri”, la donna che “dipende” dal marito orco, la negazione dell’amore! Ci siamo abituati ad ascoltare storie tragiche, storie di femminicidio, del barbaro uso dell’acido per sfigurare, per cancellare una identità che spaventa. Tali accadimenti, tristissimi, poggiano le loro fondamenta di odio sulla mancanza di “educazione sentimentale”, sulla incapacità di considerare gli altri persone, con una propria volontà. L’egoismo e la smania di possesso, si tramutano in armi letali.”.